Il fascismo oggi: mutazioni di un dominio senza tempo

Il fascismo oggi

Il fascismo non è solo un capitolo chiuso della storia. Non è solo il Ventennio, le marce, le divise, le leggi razziali. È una logica che sopravvive, si adatta, si mimetizza. È il culto dell’autorità, la negazione del dissenso, la riduzione della politica a obbedienza.

Oggi il fascismo non si presenta con saluti romani. Si presenta con slogan che invocano ordine, sicurezza, identità. Si presenta con leggi che discriminano, con discorsi che dividono, con politiche che escludono. Non ha bisogno di una dittatura per agire: gli basta una democrazia svuotata, una società impaurita, una memoria indebolita.

Il fascismo oggi è culturale. È la normalizzazione della violenza verbale, dell’odio etnico, della misoginia. È la nostalgia per un passato idealizzato, dove “tutto funzionava” perché pochi decidevano per tutti. È la retorica del nemico interno, del migrante invasore, del diverso da contenere.

Il fascismo oggi è digitale. Si diffonde nei social, nei meme, nei commenti anonimi. Costruisce comunità virtuali che inneggiano alla forza, alla purezza, alla supremazia. Usa l’ironia per sminuire la memoria, la provocazione per legittimare l’odio.

Il fascismo oggi è istituzionale. Si insinua nelle leggi che restringono diritti, nei decreti che criminalizzano la solidarietà, nei tagli che colpiscono la cultura e l’educazione. Si manifesta nella repressione delle proteste, nella sorveglianza dei corpi, nella marginalizzazione delle voci critiche.

Il fascismo oggi è economico. È il dominio delle élite finanziarie che decidono senza mandato. È la precarizzazione del lavoro, la privatizzazione dei beni comuni, la mercificazione della vita. È il potere che si concentra, mentre la maggioranza si frammenta e si impoverisce.

Il fascismo oggi è spirituale. È la rinuncia al pensiero critico, la fuga dalla complessità, il bisogno di certezze assolute. È la fede cieca nel leader, nella patria, nella tradizione. È l’odio travestito da orgoglio, la paura travestita da identità.

Ma il fascismo oggi non è invincibile. Ogni memoria che resiste lo smaschera. Ogni comunità che si organizza lo sfida. Ogni parola che denuncia lo indebolisce.

Resistere al fascismo oggi significa coltivare la pluralità, la solidarietà, la giustizia. Significa difendere la dignità di ogni persona, il diritto alla differenza, la libertà di pensiero. Significa ricordare che la democrazia non è solo un sistema: è una pratica quotidiana, una responsabilità condivisa, una promessa da rinnovare.

Il fascismo oggi non ha bisogno di dittatori. Ha bisogno di silenzi. E ogni voce che si alza è già una crepa nel dominio.