Irma Bandiera: Il Corpo Esposto, la Voce Taciuta

Nome di battaglia: Mimma. Torturata, accecata, uccisa. Ma non tradì.

Irma Bandiera

Irma non chiuse gli occhi: le furono strappati. Ma il suo silenzio parlava. E il suo corpo, lasciato esposto, diventò bandiera.

Bologna, agosto 1944. Una giovane donna viene catturata dai fascisti. Viene torturata per sei giorni. Le cavano gli occhi. Le spezzano il corpo. Ma lei non parla. Non rivela nulla. Non tradisce nessuno. Si chiama Irma Bandiera. Ha 29 anni. È partigiana. È staffetta. È simbolo.

L’inizio della ribellione

Irma nasce l’8 aprile 1915 in una famiglia borghese e antifascista. Il padre è capomastro edile, la madre casalinga. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Irma si avvicina al Partito Comunista Italiano e ai Gruppi di Azione Patriottica (GAP). Inizia a collaborare con la Resistenza: nasconde armi, trasporta messaggi, protegge compagni. Il suo nome di battaglia è “Mimma”.

La cattura

Il 7 agosto 1944 viene arrestata dai fascisti mentre trasporta armi. È portata a Villa Mazzacorati, sede delle SS. Lì subisce torture feroci per sei giorni e sei notti. Le cavano gli occhi. Le spezzano le ossa. Le chiedono nomi, indirizzi, piani. Lei non dice nulla. Non una parola. Non un nome. Solo silenzio. Solo dignità.

L’esecuzione

Il 14 agosto 1944, Irma viene uccisa. Il suo corpo è lasciato esposto per un giorno intero sotto il portico del Meloncello, vicino a casa sua. Un messaggio di terrore. Un monito. Ma anche un grido. La città la vede. La città la ricorda. La città la onora.

Il dopo

Irma Bandiera riceve la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. Il suo nome è inciso su lapidi, scuole, strade. Ma soprattutto nel cuore della Resistenza. È la prima donna bolognese a impugnare le armi. È la staffetta che non tradì. È la martire che non cedette.

Il suo lascito

  • Staffetta partigiana nei GAP
  • Torturata e accecata, non tradì i compagni
  • Uccisa e lasciata esposta come monito
  • Simbolo della Resistenza femminile
  • Medaglia d’Oro al Valor Militare

Perché ricordarla

  • Perché il suo corpo esposto è diventato bandiera
  • Perché il suo silenzio è più forte di mille grida
  • Perché ogni donna ribelle è già rivoluzione
  • Perché ogni staffetta è una linea rossa che attraversa il terrore
  • Perché la libertà non si eredita: si conquista