Tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre del 1944, l'area di Marzabotto, nel cuore dell'Appennino bolognese, fu teatro della più estesa e efferata strage di civili mai compiuta dalle truppe naziste sul suolo italiano. Questo eccidio fu l'atto culminante di una serie di rappresaglie attuate dalle SS tedesche in ritirata lungo la Linea Gotica.
La Caccia ai Partigiani e la Vendetta Sulla Popolazione
L'obiettivo principale dell'operazione, nota come "rastrellamento antipartigiano", era eliminare le formazioni della Brigata Stella Rossa, attive nell'area di Monte Sole. Tuttavia, l'operazione si trasformò rapidamente in uno sterminio sistematico della popolazione civile.
I responsabili principali della strage furono i soldati del 16° Battaglione di Ricognizione delle SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer-SS" (la stessa divisione responsabile di Sant'Anna di Stazzema), sotto il comando del Maggiore Walter Reder.
Le SS agirono con una violenza inaudita, non limitandosi agli scontri con i partigiani, ma massacrando chiunque incontrassero. L'ordine era chiaro: "terra bruciata" e sterminio totale.
I Giorni del Terrore (29 Settembre – 5 Ottobre 1944)
L'eccidio iniziò il 29 settembre 1944 e si protrasse per diversi giorni, toccando decine di località tra le valli del Reno e del Setta, nei comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi.
L'Esecuzione di Casaglia: Uno dei primi e più noti episodi avvenne nella frazione di Casaglia, dove l'intera popolazione, tra cui donne e bambini, venne rinchiusa nella chiesa e poi trucidata con mitragliatrici e bombe a mano.
La Scuola di Creda: Molti civili furono giustiziati all'interno della scuola di Creda e in altri luoghi di raduno improvvisati, come cimiteri e cortili di case coloniche.
Lo Sterminio Totale: I soldati non risparmiarono nessuno: neonati, anziani, donne incinte e religiosi. Le vittime vennero uccise a colpi di mitra, baionetta, o bruciate vive nelle loro case.
Il Bilancio della Tragedia
Il bilancio ufficiale della strage di Marzabotto è di almeno 770 vittime civili (alcune fonti arrivano a 900), rendendola la più grave di questo tipo in Italia. La maggior parte degli uccisi erano donne, anziani e bambini, la cui unica "colpa" era vivere in una zona di attività partigiana.
Memoria e Giustizia
Dopo la guerra, la verità su Marzabotto fu a lungo trascurata, fino alla scoperta negli anni Novanta del cosiddetto "Armadio della Vergogna". A differenza di Sant'Anna di Stazzema, per l'eccidio di Marzabotto l'ufficiale comandante, Walter Reder, fu condannato all'ergastolo in Italia nel 1951, anche se fu poi rilasciato per motivi umanitari nel 1985.
Oggi, il Comune di Marzabotto è stato insignito della Medaglia d'oro al valor militare e l'area di Monte Sole è stata trasformata in un Parco Storico dedicato alla memoria dell'eccidio, simbolo della brutalità della guerra e dell'estremo sacrificio dei civili.

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