L'Urgenza del Salario Minimo

 

Lavoro


L'Italia, una delle maggiori economie d'Europa, si trova a fronteggiare un paradosso sempre più stridente: l'occupazione cresce, ma la povertà assoluta coinvolge milioni di persone (circa 5,7 milioni nel 2023), mentre la povertà relativa colpisce oltre 8,7 milioni di individui. Il lavoro, che per decenni è stato l'ascensore sociale e la garanzia di una vita dignitosa, ha smesso di esserlo per una fetta crescente della popolazione.

 

Salari al Tappeto: La Crisi del Potere d'Acquisto



La radice del problema affonda nelle retribuzioni. L'Italia è l'unico Paese del G20 ad aver registrato una perdita del potere d'acquisto dei salari reali (l'8,7% in meno dal 2008 al 2024, secondo alcuni studi), un dato peggiore di Spagna, Regno Unito e Giappone. La forte crescita dell'inflazione non è stata compensata da adeguamenti salariali, portando ad una perdita del potere d'acquisto delle retribuzioni contrattuali che, tra il 2019 e il 2024, ha toccato il 10,5%.

Tale situazione è aggravata dall'assenza di un salario minimo legale universale, a differenza di quanto avviene in 22 dei 27 Stati membri dell'Unione Europea. Nel nostro Paese, la paga è demandata alla contrattazione collettiva, la quale però lascia milioni di lavoratori (si stimano circa 4,6 milioni sotto la soglia dei 9 euro l'ora lordi) con retribuzioni insostenibili, specialmente nei settori più deboli e per le qualifiche più basse.

 

€12 l'Ora Lordi: Una Soglia di Dignità e Competitività



In questo scenario, la proposta di un salario minimo di 12,00 euro l'ora lordi non è un semplice aggiustamento economico, ma un imperativo etico e un atto di pragmatismo sociale.

    Lotta alla Povertà Lavorativa: Un salario a 12 euro lordi (circa 24.960 euro annui per un tempo pieno) interverrebbe direttamente sul fenomeno del "lavoro povero" (occupati a rischio povertà erano il 10,2% in Italia nel 2024, un dato superiore a Francia e Germania), garantendo una base retributiva che si avvicina maggiormente al costo della vita odierno, soprattutto nelle aree metropolitane dove il rischio è più alto.

    Riduzione del Divario con l'Europa: Molti Paesi europei hanno già superato questa soglia. Ad esempio, la Germania è passata dagli 8,25 euro del 2015 ai 12,00 euro attuali, dimostrando che l'intervento legislativo non compromette la competitività, ma la può anzi rafforzare, spingendo le imprese a competere sulla qualità e l'innovazione, anziché sul ribasso dei costi del lavoro.

    Stimolo all'Economia: Aumentare il reddito disponibile dei lavoratori con le retribuzioni più basse si traduce in un aumento della domanda interna e dei consumi. È un investimento sociale che può innescare un circolo virtuoso a beneficio dell'intera economia.

 

L'Italia al Bivio: Resistere o Innovare



La resistenza all'introduzione di un salario minimo elevato si basa spesso sul timore di impatti negativi sull'occupazione o sui costi per le PMI. Tuttavia, i dati indicano che la stagnazione salariale ha contribuito alla bassa produttività del lavoro, un altro tallone d'Achille del sistema Italia.

L'attuale modello economico italiano, che tollera milioni di lavoratori con salari al limite della sussistenza, non è solo ingiusto, è strutturalmente debole. Se i giovani lavoratori rischiano la povertà quasi quattro volte di più rispetto ai cinquantenni, il Paese sta consumando il suo capitale umano e demografico.

Il salario minimo a 12,00 euro l'ora lordi non è la panacea, ma è il primo passo concreto e necessario per ricostruire un patto sociale che riconosca la dignità del lavoro e rimetta in moto l'economia, sottraendo milioni di persone al rischio di esclusione e ridando un futuro a chi oggi, pur lavorando, non riesce ad arrivare alla fine del mese. La povertà lavorativa è la sconfitta di un sistema: è ora di cambiarlo.

Bandiera Nera