Sandro Pertini

Sandro Pertini

Alessandro Giuseppe Antonio Pertini, detto Sandro, nacque il 25 settembre 1896 a Stella, in Liguria, in una famiglia modesta ma colta. Fin da giovane mostrò una profonda sensibilità per la giustizia sociale e la libertà. Partecipò alla Prima guerra mondiale come ufficiale, ma tornò con una visione critica e pacifista. Studiò giurisprudenza e scienze politiche, e si avvicinò al socialismo, diventando militante del Partito Socialista Italiano.

Nel 1926, con l’ascesa del fascismo, fu arrestato per attività sovversiva e condannato al confino. Riuscì a fuggire in Francia, dove continuò la lotta antifascista. Tornato clandestinamente in Italia, fu nuovamente arrestato e condannato a undici anni di reclusione. Rifiutò la grazia, anche quando fu chiesta da sua madre. La sua coerenza divenne leggenda.

Durante la Resistenza, fu tra i dirigenti del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. Dopo la guerra, contribuì alla ricostruzione democratica del Paese. Fu deputato alla Costituente, presidente della Camera dei Deputati dal 1968 al 1976, e infine eletto Presidente della Repubblica il 9 luglio 1978, con la più ampia maggioranza mai registrata.

Come presidente, fu attivo, diretto, popolare. Visitò carceri, ospedali, fabbriche. Parlava con il popolo, non sopra di esso. Difese la Costituzione con fermezza, e si oppose a ogni forma di violenza e corruzione. Fu il volto etico della Repubblica, il simbolo di una politica che non tradisce.

Morì il 24 febbraio 1990, a Roma, a 93 anni. Il suo funerale fu un momento di unità nazionale. Ancora oggi, il suo nome è pronunciato con rispetto da chi crede nella democrazia, nella giustizia e nella memoria.

“Non vi è libertà senza giustizia sociale, e non vi è giustizia sociale senza libertà.”