Eco dei Compagni

Rosa Luxemburg: la rivoluzione come atto d’amore

Rosa Luxemburg

 

 

 Rosa Luxemburg nacque il 5 marzo 1871 a Zamość, in Polonia, in una famiglia ebrea. Fin da giovane fu colpita da una malattia all’anca che le lasciò una zoppia permanente, ma non intaccò la sua forza intellettuale e morale. Cresciuta tra libri, lingue e idee, si immerse presto nel pensiero marxista e nella militanza rivoluzionaria. A soli vent’anni, fu costretta a lasciare la Polonia per sfuggire alla repressione zarista, trovando rifugio in Svizzera, dove studiò filosofia, economia e diritto all’Università di Zurigo.

Nel 1898 si trasferì in Germania, dove divenne una delle voci più radicali del Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD). Rosa non accettò mai il compromesso: si oppose al revisionismo di Bernstein, che voleva un socialismo graduale e parlamentare, e criticò anche il centralismo autoritario dei bolscevichi. Per lei, la rivoluzione doveva essere democratica, spontanea, partecipata, fondata sulla libertà e sull’autorganizzazione delle masse.

Durante la Prima guerra mondiale, si schierò contro il conflitto, denunciando il tradimento della socialdemocrazia tedesca che aveva votato i crediti di guerra. Fu arrestata più volte per le sue idee e per la sua attività politica. In carcere scrisse testi fondamentali, come la Juniusbroschüre, in cui coniò la celebre frase:

    “Socialismo o barbarie.”

Nel 1916, insieme a Karl Liebknecht, fondò la Lega di Spartaco, che poi divenne il Partito Comunista Tedesco (KPD). Dopo la fine della guerra, nel gennaio 1919, partecipò alla rivolta spartachista a Berlino, che fu duramente repressa dal governo socialdemocratico.

Il 15 gennaio 1919, Rosa Luxemburg fu rapita, torturata e assassinata da gruppi paramilitari al soldo del ministro della Difesa Noske. Il suo corpo fu gettato nel canale Landwehr di Berlino. Aveva 48 anni.
 L’eredità

Rosa Luxemburg è oggi ricordata come una donna libera, pensatrice profonda, rivoluzionaria gentile. Il suo pensiero ha influenzato il marxismo, il femminismo, l’ecologismo, la pedagogia critica. Credeva nella dignità umana, nella bellezza della ribellione, nella forza dell’intelligenza collettiva.

Scrisse:

    “Chi non si muove, non sente le proprie catene.”

E ancora oggi, le sue parole risuonano tra chi lotta per un mondo più giusto, più libero, più umano.

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