Introduzione: Un Ventennio di Sangue e Ideologia
Le Brigate Rosse (BR) rappresentano la pagina più drammatica e sanguinosa del terrorismo politico di sinistra nell'Italia del dopoguerra. Attive principalmente tra gli anni '70 e i primi anni '80 – il periodo noto come "Anni di Piombo" – le BR furono l'organizzazione eversiva più potente, numerosa e longeva dell'Europa occidentale, di matrice marxista-leninista e ispirazione "focoista" (guerriglia). La loro azione, mirata a destabilizzare lo Stato democratico per instaurare una dittatura del proletariato, lasciò un segno indelebile nella storia italiana.
Le Origini:
Dalla Fabbrica al Partito Armato (1969-1974)Le radici delle Brigate Rosse affondano nel clima di forte contestazione sociale e politica che attraversò l'Italia alla fine degli anni Sessanta, in seguito al Movimento Studentesco e all'autunno caldo operaio del 1969.
I Primi Nuclei: L'organizzazione nacque dall'evoluzione di precedenti gruppi extraparlamentari. I suoi fondatori provenivano in gran parte da ambienti cattolici progressisti (come Renato Curcio e Margherita Cagol) e da militanti fuoriusciti dal PCI e da altri gruppi di sinistra (come Alberto Franceschini e Prospero Gallinari).
La Fondazione: Nel giugno 1970, il Collettivo Politico Metropolitano (CPM) di Milano si trasformò in Sinistra Proletaria e, di lì a breve, si costituirono formalmente le Brigate Rosse. L'obiettivo iniziale era quello di portare l'azione rivoluzionaria all'interno delle fabbriche e dei quartieri, creando una "guerriglia urbana" e una rete di "basi rosse".
Le Prime Azioni: Le prime azioni (1970-1972) furono di tipo dimostrativo e intimidatorio: danneggiamento di macchinari, incendi di auto e, soprattutto, sequestri "lampo" di dirigenti e capifabbrica, come quello di Idalgo Macchiarini della Sit-Siemens a Milano nel 1972.
L'Escalation: Il punto di non ritorno verso la vera e propria lotta armata e il terrorismo si ebbe con il sequestro del giudice Mario Sossi a Genova nel 1974. L'azione, che mirava alla liberazione di detenuti, fallì, ma segnò la definitiva scelta brigatista di colpire direttamente i rappresentanti dello Stato.
L'Apogeo del Terrore (1974-1979)
Il periodo tra il 1974 e il 1979 fu caratterizzato dalla militarizzazione crescente dell'organizzazione, strutturata in colonne territoriali (Milano, Torino, Genova, Roma, Venezia) coordinate dalla Direzione Strategica e dal Comitato Esecutivo.
Le Prime Uccisioni: Le BR intensificarono gli attacchi, passando dai ferimenti alle prime uccisioni mirate. Nel 1976 vennero uccisi il procuratore generale di Genova Francesco Coco e la sua scorta, mentre nel 1977 fu ferito gravemente Indro Montanelli.
Il Sequestro Moro (1978): L'azione più eclatante, che scosse le fondamenta dello Stato, fu il sequestro di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, avvenuto il 16 marzo 1978. Nell'attacco di Via Fani, la scorta di Moro fu trucidata. Dopo 55 giorni di prigionia e il netto rifiuto dello Stato di trattare per la sua liberazione, Moro fu ucciso il 9 maggio 1978. Questo atto non solo rappresentò il culmine della strategia brigatista di "attacco al cuore dello Stato", ma segnò anche l'inizio della crisi interna e dell'isolamento politico dell'organizzazione.
Il Declino e la Frattura (1980-1988)
Dopo l'omicidio Moro, la risposta dello Stato, guidata anche dal Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, divenne più efficace. Numerosi arresti decimarono i vertici e le colonne brigatiste.
L'Ultima Fiammata: Nonostante le perdite, le BR continuarono le loro azioni. Nel 1980 fu ucciso il sindacalista Vittorio Bachelet.
La Frattura Interna: All'inizio degli anni '80 si manifestò una profonda scissione tra il nucleo storico, che intendeva continuare la lotta (chiamato BR-Partito Comunista Combattente - BR-PCC), e la fazione, in particolare la colonna "Walter Alasia" di Milano, che chiedeva un ripensamento delle strategie.
La Liberazione di Dozier: Un colpo fatale all'organizzazione fu inferto nel 1982 con la liberazione del Generale statunitense James Lee Dozier, rapito a Verona. La brillante operazione delle forze dell'ordine portò alla cattura di esponenti di spicco e al ritrovamento di documenti cruciali.
La Fine: Sebbene le azioni isolate continuassero (l'ultimo omicidio rivendicato dalle BR-PCC fu quello del senatore DC Roberto Ruffilli nel 1988), l'organizzazione era ormai decapitata e priva di consenso sociale. Il fenomeno terroristico delle BR si può considerare concluso in quel periodo, grazie anche alle leggi speciali e al fenomeno dei pentiti e dei dissociati.
L'Eredità e le Nuove BR
Il fenomeno brigatista non si è completamente estinto. A cavallo tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, una sigla denominata Nuove Brigate Rosse ha rivendicato gli omicidi di Massimo D'Antona (1999) e Marco Biagi (2002), due consulenti del lavoro ed economici. Tuttavia, queste "nuove BR" non avevano la stessa base sociale e la medesima struttura della formazione originaria degli anni Settanta, venendo rapidamente smantellate dalle forze dell'ordine.
La storia delle Brigate Rosse rimane un monito costante sulla fragilità delle democrazie e sulla capacità distruttiva di ideologie estremiste, ricordando all'Italia il costo altissimo pagato durante gli Anni di Piombo.

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