La guerra civile in Sudan ha causato oltre 150.000 morti e milioni di sfollati, con testimonianze strazianti che raccontano atrocità visibili persino dallo spazio.
Una guerra dimenticata che devasta il Darfur
Dal 2023, il Sudan è sprofondato in una guerra civile brutale tra l’esercito regolare sudanese, guidato dal generale Abdel Fattah al-Burhan, e le Forze di Supporto Rapido (RSF), milizie paramilitari comandate da Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemedti. Il conflitto ha raggiunto livelli di violenza estrema, in particolare nella regione del Darfur, dove la città di El Fasher è diventata simbolo di un assedio durato oltre 18 mesi.
Oltre 150.000 persone hanno perso la vita dall’inizio della guerra. Solo nella settimana successiva alla caduta di El Fasher, più di 2.000 civili disarmati sono stati giustiziati dalle RSF. La maggior parte delle vittime sono donne, bambini e anziani. Le immagini satellitari mostrano mucchi di cadaveri e chiazze di sangue visibili persino dallo spazio.
Secondo dati sanitari, oltre 460 pazienti e accompagnatori sono stati uccisi all’interno del Saudi Maternity Hospital durante un attacco delle RSF. Le ambulanze vengono prese di mira, i medici minacciati, i rifugi bombardati.
Testimonianze dal cuore dell’inferno
Suliman Ahmed Hamid, operatore umanitario, racconta:
“La violenza è ovunque. Le persone vivono tra le rovine, senza cibo, senza acqua, senza speranza. Ogni giorno vediamo bambini morire di fame o feriti da bombardamenti.”
Tom Fletcher, capo delle missioni umanitarie, ha descritto la situazione:
“Non possiamo sentire le urla, ma il massacro continua. Le RSF e l’esercito regolare stanno commettendo atrocità sistematiche. Stupri, mutilazioni, esecuzioni sommarie: è un genocidio in piena regola.”
Fatima Idris, madre sopravvissuta alla fuga da El Fasher, ha raccontato:
“Abbiamo camminato per giorni senza sapere dove andare. Mio figlio è morto tra le mie braccia. Non c’era nulla che potessi fare. Nessuno ci ha aiutato.”
Una crisi umanitaria ignorata
Le ONG come Medici Senza Frontiere e Amnesty International hanno lanciato appelli disperati per l’evacuazione di oltre 250.000 civili intrappolati a El Fasher. Tuttavia, gli aiuti umanitari sono sistematicamente bloccati, e le strutture sanitarie sono state distrutte. La fame è diventata un’arma di guerra.
Conclusione
La guerra civile in Sudan non è solo un conflitto armato: è una tragedia umana di proporzioni epiche. Le testimonianze di chi vive ogni giorno sotto le bombe e tra le rovine ci ricordano che dietro ogni numero ci sono vite spezzate. E mentre il mondo guarda altrove, il Darfur continua a sanguinare.
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