Subcomandante Marcos: Il Volto Coperto della Parola
La rivoluzione non per comandare, ma per ascoltare. Non per vincere, ma per esistere.
“Ogni favola è già resistenza. Ogni passo nel Chiapas, una soglia.”
Nel cuore del Chiapas, tra selve e silenzi, nasce una voce che non vuole essere protagonista, ma portavoce. Il Subcomandante Marcos non si presenta con titoli, ma con domande. Non con proclami, ma con poesie. La sua rivoluzione non è fatta di trincee, ma di assemblee. Non di ordini, ma di racconti.
Chi è Marcos?
Un volto coperto da un passamontagna. Un uomo che scrive lettere, favole, cronache. Che parla per chi non è ascoltato: i contadini, gli indigeni, le donne, i bambini. Marcos non è un leader nel senso classico. È un tramite. Un eco. Un ponte tra il mondo e chi il mondo lo subisce.
Il sogno zapatista
Nel 1994, l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) occupa San Cristóbal de las Casas. Non per conquistare. Ma per dire: “Esistiamo.” Il sogno zapatista è semplice e radicale: terra, salute, educazione, rispetto. È il sogno di un Messico che non dimentica i suoi figli più poveri.
La rivoluzione come parola
Marcos scrive. Scrive molto. Scrive sempre. Perché la sua arma è la parola. I suoi comunicati sono racconti, dialoghi, provocazioni. Dice che la rivoluzione non deve parlare solo di fucili, ma di sogni. Che la lotta non è solo contro il potere, ma contro l’oblio. Che ogni favola è già resistenza.
Il volto coperto
Marcos non mostra il volto. Perché il volto non conta. Conta il messaggio. Conta il popolo. Dice: “Io sono tutti. Io sono nessuno.” Il passamontagna diventa simbolo: non di paura, ma di dignità. Di chi non ha nome, ma ha voce. Di chi non ha diritti, ma ha sogni.
La rivoluzione intergalattica
Marcos parla anche di calcio, di poesia, di amore. Invita l’Inter a giocare con l’EZLN. Scrive favole con animali ribelli. Parla di una rivoluzione intergalattica, dove anche le stelle si ribellano all’ingiustizia. Perché la lotta non è solo politica: è immaginazione, è cultura, è bellezza.
Il suo lascito
- Portavoce degli invisibili
- Poeta della resistenza
- Militante della dignità indigena
- Costruttore di assemblee, non di troni
- Volto coperto che ha dato voce a molti
Perché ricordarlo
- Perché la rivoluzione è ascolto, non comando
- Perché la parola può più del ferro
- Perché ogni favola può essere lotta
- Perché Marcos non è un nome: è un ponte
- Perché la dignità non ha volto, ma ha voce
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