Maria Maddalena Rossi: La Voce delle Donne nella Repubblica
La lotta contro il silenzio. La penna come resistenza.
Ogni articolo è una crepa nel silenzio. Ogni parola, resistenza.
Nel cuore della Resistenza, tra laboratori chimici e fogli clandestini, una donna scriveva articoli, raccoglieva fondi, sfidava il regime. Si chiamava Maria Maddalena Rossi. Laureata in chimica, militante comunista, confinata politica, redattrice clandestina, deputata costituente. Fu tra le prime a parlare di parità, giustizia, rappresentanza. E non smise mai.
L’inizio della lotta
Maria Maddalena nasce a Codevilla, in provincia di Pavia, il 29 settembre 1906. Si laurea in chimica nel 1930, una delle pochissime donne dell’epoca. Lavora a Milano, dove entra in contatto con il Partito Comunista clandestino. Si impegna nel Soccorso Rosso, aiutando prigionieri politici e le loro famiglie. Scrive, organizza, resiste.
Il confino e la clandestinità
Nel 1942 viene arrestata dalla polizia fascista. È mandata al confino. Ma non si piega. Dopo la caduta di Mussolini, si trasferisce in Svizzera. Lì raccoglie fondi per la lotta armata, scrive per giornali clandestini, coordina reti di informazione. La sua penna è già resistenza. La sua voce, già Costituzione.
La Costituente
Nel 1946 Maria Maddalena Rossi è eletta all’Assemblea Costituente. È una delle 21 donne che scrivono la nuova Italia. Si batte per l’uguaglianza tra uomini e donne, per il diritto al lavoro, per la rappresentanza femminile. Interviene con forza, lucidità, passione. Dice: “La Costituzione non può ignorare le donne. Perché le donne non ignorano la Costituzione.”
La battaglia per la parità
Negli anni successivi, Maria Maddalena è deputata per tre legislature. Si batte per il diritto delle donne a entrare in magistratura, per la tutela della maternità, per la parità salariale. È tra le prime a denunciare l’oblio delle combattenti. Dice: “La Resistenza non è stata solo maschile. È stata anche nostra. E non ce la devono rubare.”
Una vita oltre il mandato
Maria Maddalena Rossi si spegne il 19 settembre 1995, a Milano. Aveva 89 anni. Aveva scritto la Costituzione. Aveva difeso le donne. Aveva resistito. Non come simbolo. Come seme.
Il suo lascito
- Laureata in chimica nel 1930
- Militante antifascista e confinata politica
- Redattrice clandestina e attivista del Soccorso Rosso
- Deputata all’Assemblea Costituente
- Voce femminile della parità e della giustizia
Perché ricordarla
- Perché la sua penna è già resistenza
- Perché la sua voce ha inciso la Costituzione
- Perché ogni donna ribelle è già rivoluzione
- Perché ogni articolo è una crepa nel silenzio
- Perché la libertà non si eredita: si conquista
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