Il partigiano Johnny
Johnny, giovane studente piemontese di origini borghesi, intellettuale e appassionato di lingua inglese, vive un periodo di sbando dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Spinto da una scelta esistenziale e sentimentale più che ideologica, decide di unirsi ai partigiani. La sua famiglia ha simpatie fasciste, ma Johnny si ribella e diventa esempio nella Resistenza nella zona di Alba.
Johnny si unisce inizialmente alle formazioni Garibaldine (comuniste), ma si sente estraneo all’ideologia. Passa poi alle “azzurre” (badogliane), più affini alla sua visione. La vita partigiana è dura: fame, freddo, paura, azioni militari e fughe continue.
Azione: Johnny partecipa ad azioni di disturbo, alla liberazione di Alba, a missioni di ricognizione e collegamento tra gruppi.
Difficoltà: Il gruppo affronta fame, freddo, malattia e il terrore della cattura. Johnny vive momenti di solitudine e riflessione, ma anche condivisione con i compagni.
L’inverno decima le forze partigiane. Johnny si nasconde in casa di amici, riflette sulla sua esperienza. Il romanzo termina con la “resistenza assoluta” in attesa della primavera e della liberazione, presumibilmente con la sua morte.
Alla fine, Johnny riesce a sopravvivere all’inverno e a ricongiungersi con i suoi. Potrà finalmente tornare a casa.
«Mi sentivo come il figlio di Tarzan e il semiautomatico. Due mesi dopo la guerra era finita.»
Scelta esistenziale: La Resistenza come ricerca morale e identitaria.
Solitudine: Johnny è un outsider, simbolo dell’intellettuale isolato.
Crudezza: Fenoglio mostra la Resistenza senza idealizzazioni, tra disorganizzazione e sofferenza.
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